
Una fase cruciale nella produzione dei manometri è la prova di tenuta del sistema di misura, fondamentale per garantire che il fluido di processo non fuoriesca nell’ambiente. Tuttavia, esistono differenze significative tra i metodi di prova adottati sul mercato per i manometri in acciaio inox. Queste differenze incidono direttamente sulla qualità dello strumento e, di conseguenza, sulla sicurezza degli impianti e degli operatori.
La prova di tenuta sui manometri in acciaio inox rileva eventuali perdite nel sistema di misura
Nei manometri con tubo Bourdon in acciaio inox, il sistema di misura è composto da raccordo di processo, tubo Bourdon e raccordo. Questi elementi vengono saldati tra loro e successivamente sottoposti a una rigorosa prova di tenuta. Poiché il sistema sarà esposto alla pressione e a fluidi potenzialmente pericolosi, è essenziale che garantisca un’elevata tenuta, soprattutto in presenza di sostanze infiammabili, esplosive o tossiche.

Il sistema di misurazione di un manometro con tubo Bourdon in acciaio inox è costituito da un attacco al processo, un tubo Bourdon e un terminale.
Le conseguenze di una perdita possono essere gravi:
- Rischi per la sicurezza del personale e dell’ambiente dovuti alla fuoriuscita di fluidi pericolosi
- Perdita di fluidi di processo, spesso costosi
- Costi di manutenzione elevati o fermi impianto
- Impatti ambientali (emissioni fuggitive, contaminazioni)
Un’elevata tenuta stagna nei manometri contribuisce quindi alla sicurezza, all’efficienza dei processi e alla riduzione dei tempi di inattività. Una prova di tenuta in grado di rilevare anche le perdite più piccole rappresenta un importante indicatore di qualità.
Prove di tenuta WIKA: 5.000 volte più rigorose rispetto agli standard normativi
La prova di tenuta con elio è tra i metodi più affidabili e sensibili per individuare microperdite. WIKA adotta questo metodo come standard nella produzione dei suoi manometri in acciaio inox, raggiungendo un tasso di perdita di 1 · 10⁻⁶ mbar·l/s, un valore leader nel settore.
Durante il test, il sistema di misura viene pressurizzato con elio all’interno di una camera precedentemente evacuata. Un rilevatore di perdite analizza poi la camera per individuare eventuali fughe di gas. Questo metodo, estremamente preciso, comporta costi significativi per il produttore, sia per le apparecchiature che per l’utilizzo dell’elio come gas tracciante.
Le normative di riferimento – come la EN 837-1 (Europa), la ASME B40.100 (USA) e la ISO 5171 (internazionale) – richiedono un tasso di perdita massimo di 5 · 10⁻³ mbar·l/s. I metodi più comuni sul mercato, come il test a bagno d’acqua (test delle bolle) o il test di caduta di pressione, rilevano perdite solo fino a 10⁻³ mbar·l/s. Inoltre, il test delle bolle è soggetto a errori visivi, poiché le microperdite possono sfuggire all’occhio umano. La prova con elio, invece, è offerta da molti produttori solo come opzione extra.
Con un tasso di perdita di 1 · 10⁻⁶ mbar·l/s, la prova standard WIKA è 5.000 volte più sensibile rispetto ai requisiti normativi. Questo consente di rilevare perdite estremamente piccole, che in alcune applicazioni possono compromettere la sicurezza, causare contaminazioni o perdite di pressione.
Un esempio pratico: cosa cambia con diversi tassi di perdita
Consideriamo un’applicazione con gas etilene a 10 bar (145 psi):
Indice di perdita (mbar · l/s) | Diametro del foro | Descrizione della perdita di gas | Perdita di gas dopo 1 anno |
5 · 10-3 | ~ 6 µm | 1 cm3/min | ~ 497 litri |
1 · 10-6 | ~ 0,1 µm | 1 cm3/3 giorni | ~ 0.1 litri |
Questo esempio evidenzia quanto sia determinante una prova di tenuta accurata per garantire la qualità e la sicurezza dei manometri in acciaio inox. WIKA utilizza la prova all’elio per offrire la massima protezione contro le perdite, anche le più impercettibili.
Nota
Maggiori informazioni sui manometri e altri strumenti di misura della pressione sono disponibili sul sito web WIKA. In caso di domande, non esitate a contattarci: saremo felici di aiutarvi.
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